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Pasquale "Lino" Romano |

In questo blog, che ho chiamato “Dalla parte delle vittime”, racconterò storie e percorsi umani di vittime innocenti della criminalità organizzata e dei loro familiari. Delle iniziative per non dimenticare, del loro coraggio e di come hanno saputo trasformare la loro tragedia in un impegno collettivo per cambiare in meglio la nostra società. (raffaele sardo 20.7.2011)

giovedì 29 novembre 2012
MILLE EURO PER INVIARE SMS AI KILLER DI MARIANELLA
mercoledì 28 novembre 2012
DUE STRADE PER RICORDARE "IL SINDACO PESCATORE" ANGELO VASSALLO
Costruire
due strade in Cilento, per ricordare Angelo Vassallo, il «sindaco-pescatore»:
l'iniziativa è della Fondazione Vassallo, presieduta dal fratello del sindaco di
Pollica assassinato la sera del 5 settembre 2011 nel piccolo Comune cilentano, e
verrà presentata a Roma sabato prossimo a Palazzo Valentini, sede della
Provincia. La Strada del Parco e la Strada Celso di Pollica-Casalvelino Marina
metterebbero in comunicazione l'interno del Parco nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e degli Alburni con il mare di Angelo Vassallo, permettendo a ognuno di
noi - sottolinea il fratello Dario - di «ammirare quella linea che unisce il
mare al cielo». «Angelo ci ha insegnato - aggiunge Dario Vassallo - che al di là
del mare ci sono i sogni. Il nostro sogno e, spero, da oggi anche il vostro, è
la realizzazione di queste due strade. Le adesioni raccolte saranno presentate
direttamente al Consiglio dei Ministri del nuovo Governo. È l'ultima occasione
che la politica ha di lanciare un segnale a tutto il Paese nel nome di Angelo.
Egli è morto da sindaco, uccidendolo hanno ucciso una parte dello Stato, ma lo
Stato, i sindaci, gli amministratori, la società civile, noi tutti insieme
realizzeremo i sogni di un uomo giusto». (ANSA).
ARRESTATO UNO DEI KILLERI DI LINO ROMANO
Lo hanno preso grazie al pentimento di una donna. Giovanni Marino,
22 anni, uno dei presunti killer di Pasquale “Lino” Romano, è stato arrestato
nel pomeriggio di mercoledì a San Giovanni A Teduccio, dai carabinieri che erano sulle sue tracce da
alcuni giorni. Marino sarebbe l’autista del commando appartenente al cartello
criminale degli “Abete - Abbinante – Notturno” che la sera del 15 ottobre
scorso uccise a Napoli nel quartiere Marianella, sotto casa della fidanzata,
Lino Romano, scambiandolo per Domenico Gargiulo, il vero obiettivo dei killer,
vicino al gruppo dei cosiddetti “Girati”. Quattordici colpi di pistola sparati a
bruciapelo contro il povero Lino che aveva la sola colpa di uscire dallo stesso
palazzo di un’altra vittima designata nella guerra per il controllo delle
piazze di spaccio dell’eroina. Stava per andare a giocare una partita di
calcetto con gli amici. Il tentativo di
uccidere Domenico Gargiulo, doveva essere la risposta ad un altro agguato,
quello in cui, il 17 settembre, in via Giovanni Antonio Campano perse la vita
Roberto Ursillo. In particolare, dalle indagini è emerso che sia gli
«scissionisti» sia i «girati» avevano deciso di non uccidere gli affiliati
minori, come appunto è Gargiulo, ma solo capi o gregari. Poichè, però, questo
tacito accordo era stato infranto dai «girati», che avevano preso di mira
Ursillo, spacciatore che non occupava un ruolo di vertice, per ritorsione avevano
deciso di tendere un agguato a un altro affiliato minore. Sarebbe
stato proprio Giovanni Marino a indicare, erroneamente, in Pasquale Romano
l'obiettivo dell'agguato. L’arresto è
avvenuto grazie al pentimento di una donna, la zia della fidanzata di Domenico
Gargiulo, che venerdì scorso si è
presentata in commissariato a Scampia con i suoi due figli, che hanno avuto un
ruolo nella pianificazione del delitto e che ora vivono con lei in una località
protetta. Il racconto fatto dalla donna ai pm Sergio Amato ed Enrica
Parascandolo che seguono il caso, è scioccante. Doveva essere lei stessa ad inviare
un sms ai killer per far uccidere il fidanzato della nipote che quella sera era
a cena nello stesso palazzo della
vittima e dove si trovava anche la donna. Ma i killer non attesero il suo
messaggio e spararono prima a Pasquale Romano, scambiandolo per la
vittima designata..
Nella zona di Scampia la decisione della donna di collaborare si è
diffusa rapidamente e Giovanni Marino si è nascosto altrove per sfuggire alla
cattura, ma è stato tutto inutile, perché i carabinieri lo hanno arrestato ugualmente.
La
notizia dell’arresto di Giovanni Marino è giunta anche a casa dei familiari di
Lino Romano a Cardito. Il papà, Giuseppe, e la mamma Rita, hanno appreso la notizia
dalla TV, ma non sono riusciti a piangere. Le lacrime le hanno già versate tutte quante. «È come se i miei pensieri si fossero
fermati», dice. Ha provato «rabbia, dolore». «No, sollievo non l'ho provato
perchè mio figlio nessuno me lo restituirà più». Poi aggiunge: «Sono belve gli
assassini di mio figlio. Anzi, belve è anche troppo poco per definirli. Sono
cattolico praticante ma no, non li perdonerò mai. Stiamo male, non ci sono
parole - afferma - cosa posso dire io che ho perso un figlio così, senza
motivo». Ripete che «Pasquale non meritava di morire così, nessuno, nessuno
merita di morire così». Ci sono, poi, i dettagli, che rendono se è possibile
finanche più assurda e dura tutta questa storia. Un sms non atteso dai killer:
quello che doveva avvisarli di quando sarebbe uscito dal palazzo il vero
obiettivo dell'agguato. «Non si guarda in faccia a nessuno, si spara al primo
che capita, ma capite come si muore? - aggiunge - ecco perché non riesco a
trovare il termine più appropriato per definire queste belve. Mi creda sono
giorni che sto cercando di trovare il termine giusto ma non lo trovo». Pochi
giorni fa, a Napoli, i genitori di Pasquale furono abbracciati dal Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, che promise: «Vi starò vicino». Prima
ancora, nel giorno dei funerali di Lino, il ministro dell'Interno, Annamaria
Cancellieri, si recò nella loro abitazione assicurando loro che gli assassini
sarebbero stati presi. Genitori spezzati, Giuseppe e Rita che hanno sempre
chiesto giustizia. «Ci sono stati sempre tutti vicino, grazie a tutti - dice
papà Giuseppe - Io ho sempre creduto e sempre crederò nella giustizia. Sono
sicuro che tutti coloro che sono coinvolti nella morte di mio figlio saranno
arrestati. Ne sono sicuro, lo sono sempre stato. Quella sera hanno ucciso
Pasquale ma hanno anche ucciso tutti noi. Pasquale non ritornerà più da noi.
Solo la giustizia, ora, potrà provare a farci respirare. Almeno per qualche
attimo in una vita, la nostra, che non c'è più».
I commenti. Soddisfatti per l’arresto di Giovanni Marino la Fondazione Polis della Regione
Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati e il Coordinamento campano dei familiari
delle vittime innocenti della criminalità: «Siamo enormemente grati alla Magistratura e
alle forze dell'ordine». «Questa operazione - aggiungono - è l'ennesima
dimostrazione dell'eccellente lavoro svolto da Magistratura e forze dell'ordine
nel contrasto ai clan. Non servirà a restituire ai suoi cari, ai quali vogliamo
stringerci forte, il povero Lino, ma per noi familiari di vittime innocenti
della criminalità è importantissimo che i killer di camorra vengano assicurati
alla giustizia».
Il sindaco
di Napoli, Luigi De Magistris
è intervenuto per commentare l’arresto del presunto killer di Lino Romano. «Non
posso che esprimere tutta la soddisfazione, personale e della città, per
l'arresto di uno dei sicari che hanno ucciso Lino Romano». Ha detto il sindaco
di Napoli «Un grazie - aggiunge - alle forze dell'ordine e alla magistratura
che sono impegnate nel contrasto al crimine organizzato». «L'arresto odierno
non servirà a restituire Lino ai suoi familiari, ma rappresenta un importante
atto di giustizia e un segnale di speranza per la città e per il Paese che,
senza tentennamento, devono portare avanti una mobilitazione civile contro ogni
mafia», ha concluso.
Stefano
Caldoro, presidente della Giunta Regionale della Campania. «Una
notizia che dà fiducia». Così ha
commentato Stefano Caldoro, la notizia dell’arresto di Giovanni Marino a
margine del World Forum for Child Welfare. «Le forze dell'ordine avevano già
dato segnali di forza dicendo di voler raggiungere gli obiettivi in tempi
rapidi - ha affermato -. Ringrazio gli inquirenti che sono stati rapidi e
immediati dando una risposta che significa che lo Stato c'è e che è un successo
della giustizia». «Tutti devono partecipare - ha aggiunto - La partecipazione è
un atto di giustizia. Il contrasto all'illegalità, all'ingiustizia, alla
violenza deve essere visto come una battaglia da fare insieme - ha concluso -
Risultati così positivi ci rendono tutti fiduciosi».
Soddisfazione per l’arresto è stata espressa
anche da Enzo Amendola, segretario
regionale del Pd Campania, e Gino Cimmino, segretario provinciale
del Pd Napoli, «L'arresto di uno dei presunti killer di Pasquale Romano è una
buona notizia». Hanno dichiarato. E subito dopo: «Il brutale assassinio di un innocente non
solo ha sconvolto tutti i cittadini, ma ha scatenato una reazione civile della
popolazione contro queste barbarie, la camorra e il suo regno del terrore. Per
questo non possiamo che fare i complimenti alle forze dell'ordine e alla
magistratura che in breve tempo sono riusciti ad assicurare alla giustizia uno
dei killer, e siamo sicuri che tutti i criminali di quell'efferato omicidio
saranno catturati».
CHIESTO ERGASTOLO PER IL MANDANTE DELL'OMICIDIO DI TERESA BUONOCORE
lunedì 5 novembre 2012
ARRESTATO DOPO TRE ANNI L'ASSASSINO DI NICOLA NAPPO, VITTIMA INNOCENTE
«Questa vicenda dimostra che
la procura e la polizia giudiziaria non dimenticano l'omicidio delle persone
innocenti, ma continuano a indagare fino a quando il caso non è risolto». Lo ha
detto il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, nel corso della conferenza
stampa per l' arresto di Antonio Cesarano, il boss accusato di essere il
mandante dell'omicidio di Nicola Nappo. Colangelo ha sottolineato le analogie
tra l'uccisione di Nappo e quella di Pasquale Romano, il giovane recentemente
assassinato per errore a Secondigliano. «Il nostro impegno per risolvere anche
questo caso - ha detto ancora Colangelo - è fortissimo. Con l' operazione di
oggi vogliamo dare un segnale di speranza ai familiari delle vittime
innocenti». Il procuratore ha anche spiegato che spesso la collaborazione dei
cittadini è scarsa o addirittura inesistente: «Ci sono casi in cui possiamo
contare solo sulle nostre forze». Anche il comandante provinciale dei
Carabinieri, colonnello Marco Minicucci, ha ribadito il massimo impegno per la
soluzione dell'omicidio di Pasquale Romano e delle altre vittime innocenti di
agguati di camorra.
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