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martedì 11 giugno 2013

ASS. VITTIME GEORGOFILI, GRAVIANO COLLABORI, LO SOSTERREMO FINO IN FONDO

 Mentre depone nel carcere di Rebibbia a Roma, nel corso del processo Borsellino quater nell'aula bunker di Rebibbia, Gaspare Spatuzza torna sulla strage di via dei Georgofili a Firenze: «Se uccido, come a Firenze, persone inermi siamo su un versante abnorme anche per il linguaggio mafioso». Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, commenta in una nota: «Un linguaggio abnorme anche per la mafia - il massacro di bambini e ragazzi - ripete il boss che collabora con la giustizia, tanto abnorme che non riusciamo a capire come, dopo 20 anni ancora, si nasconda, a chi ne ha diritto, ciò che è successo a Firenze la notte del 27 Maggio 1993. Ovvero chi, oltre la mafia, ha trattato vantaggi dal massacro sotto la Torre dè Pulci». «Giuseppe Graviano lo sa e noi a lui ci appelliamo -prosegue Maggiani Chelli- collabori con la giustizia signor Graviano Giuseppe e dica al mondo chi da 20 anni tiene l'Italia in ostaggio con quel tritolo che "cosa nostra" usò a Firenze, in via dei Georgofili, per farsi abolire il 41 bis e non farsi confiscare i denari nelle banche. Abbiamo visto morire i nostri figli, ma siamo disposti a sostenerla per un suo eventuale pentimento che porti ad una collaborazione chiarificatrice. La sosterremmo fino in fondo». (Fonte: Adnkronos)

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