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lunedì 19 marzo 2012

STRAGE DI USTICA: BLOCCATI ANCORA UNA VOLTA I RISARCIMENTI AI FAMILIARI DELLE VITTIME

Ci risiamo. Ancora problemi per il risarcimento ai familiari delle vittime della strage di Ustica. Per avere una risposta dallo Stato dovranno aspettare ancora tre anni gli 81 familiari delle vittime della strage del Dc-9 che si inabissò nel mare di Ustica il 27 giugno nel 1980. Tre anni che si aggiungono ai 31 trascorsi dal misterioso disastro. La corte d'appello che dovrà decidere se confermare o meno la condanna milionaria dei ministeri dei Trasporti e della Difesa ha rinviato al 2015 il processo. Ma intanto ha deciso il congelamento del verdetto di primo grado: i parenti di chi nella tragedia dell'Itavia perse la vita, per ora, non incasseranno i risarcimenti. Sospesi in attesa della pronuncia sull'impugnazione del verdetto che riteneva colpevole lo Stato di non avere garantito la sicurezza del volo e di avere negato a chi la chiedeva la verità sul disastro. Un'impugnazione che, secondo la corte, non sarebbe manifestamente infondata e che richiederebbe un'accurata valutazione. A far pendere la bilancia per la sospensione dei risarcimenti c'è poi - scrive il collegio presieduto da Rocco Camerata Scovazzo - «la considerevole entità della somma oggetto della condanna». Insomma i 110 milioni liquidati pesano: recuperarli dalle parti in caso di accoglimento dell'appello dell'avvocatura dello Stato sarebbe difficile. E comunque, il debitore - cioè lo Stato - avrebbe un grave danno dall'adempimento«. »La decisione della corte d'appello di Palermo in realtà non ci sorprende: la sospensiva è in un certo senso comprensibile vista l'estrema importanza della somma liquidata in primo grado ai familiari delle vittime«, commenta Daniele Osnato, legale di 68 delle 81 parti costituite al processo.»

"Quello per cui davvero ci rammarichiamo - spiega - è il rinvio del processo al 2015. Dalla strage di Ustica sono passati quasi 32 anni: quanto tempo devono attendere le persone per avere una risposta?«. Un'attesa lunga decenni quella dei familiari delle vittime che fu stigmatizzata anche dalla sentenza di condanna dei ministeri. Il giudice riconobbe »il loro interesse a conoscere come e perchè i congiunti sono morti e anche perchè tale conoscenza sia stata così evidentemente preclusa per trent'anni«. In parole povere nel verdetto venne riconosciuta l'esistenza di un diritto alla verità leso e quindi da risarcire. »L'esigenza di sapere la verità - scrisse il giudice - «è indispensabile per poter definitivamente seppellire i morti e compiutamente elaborare il lutto che è conseguito al disastro aereo di Ustica». A ricostruire un pezzetto di quella verità il magistrato di primo grado ci provò: e nero su bianco scrisse che la notte del 27 giugno del 1980, sui cieli di Ustica, c'era un'azione di guerra. Una conclusione tutt'altro che scontata e negata per anni.

«Vengo a sapere che a Palermo c'è stata la sospensiva rispetto al pagamento al quale erano stati condannati i ministeri dei Trasporti e della Difesa nei confronti dei parenti delle vittime della strage di Ustica. Senza entrare nel merito tecnico della decisione, debbo comunque rilevare una grande difficoltà da parte di governi e apparati dello Stato nel prendere atto della verità sulla strage di Ustica e sulle sue conseguenze». Lo afferma Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica. «In questa occasione, però - aggiunge - mi permetto anche di sottolineare come il Governo sia stato ben sollecito nel ricorrere e nel proporre la sospensiva rispetto alla sentenza del tribunale civile di Palermo, e non sia attivo nello stesso modo nel chiedere a Stati amici ed alleati - Francia, Belgio, Germania e Stati Uniti - la risposta alle rogatorie (che giacciono inevase da due anni) della Procura della Repubblica di Roma, che ha riaperto le indagini dopo le dichiarazioni del presidente emerito Francesco Cossiga, il quale attribuiva la causa della tragedia ad un attacco di aerei francesi».

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