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martedì 24 luglio 2012

RITA ATRIA: NUOVA LAPIDE CON FOTO SULLA TOMBA


Una lapide con il nome e la foto di Rita Atria - la giovane siciliana suicidatasi vent'anni fa a Roma, una settimana dopo la strage di via D'Amelio - sarà deposta nel pomeriggio di giovedì 26 luglio nella tomba del cimitero di Partanna, dove è sepolta, alla presenza del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Oggi su quella tomba non c'è neppure impresso il suo nome: la lapide fu distrutta dalla mamma di Rita, Giovanna Cannova, e mai più ricollocata. Cognata di Piera Aiello (pure lei testimone di giustizia), Rita Atria, a 11 anni, perde il padre, Vito, ucciso durante una guerra di mafia. Cinque anni dopo uccidono anche suo fratello, Nicola (marito di Piera Aiello). Ed è in quell'occasione che le due cognate decidono di collaborare con la giustizia, raccontando i segreti carpiti tra le mura domestiche. Si affidano a Paolo Borsellino, che vedono come un «padre». «Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita - scrive Rita nel suo diario -. Tutti hanno paura ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta». (ANSA).

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