Stamani si sono svolti a Palermo i funerali di Stato per Placido Rizzotto, , il sindacalista della Cgil, ucciso dalla mafia 64 anni fa. La cerimonia funebre è avvenuta nella chiesa Matrice San Martino davanti al capo dello Stato, Giorgio Napolitano e a numerose altre personalità. Rima dei funerali il capo dello Stato ha consegnato alla sorella del sindacalista, Giuseppa Rizzotto, la medaglia d'oro al merito civile alla memoria. I resti del sindacalista furono ritrovati a Roccabusambra, foiba trasformata in cimitero dalla mafia, un anno dopo la scomparsa di Rizzotto, dall'allora giovane comandante dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Due mesi fa, grazie alla comparazione del Dna con quello del padre, gli esperti hanno accertato che quei resti sono di Rizzotto. I funerali di Stato sono stati approvati dal Consigli dei Ministri il 16 marzo scorso.
Zio Placido». E’ iniziato così l'intervento di Placido Rizzotto, nipote omonimo del sindacalista ucciso dalla mafia nel '48, nell'affollata chiesa di Corleone (Palermo) «Non ti ho mai conosciuto personalmente - continua - ma solo attraverso le parole appassionate di chi ti ha vissuto accanto: nonna Rosa ad esempio, che ho sempre visto vestita di nero». Poi ricordando i 42 sindacalisti uccisi da Cosa nostra ha ribadito: «Si deve riscrivere la storia di questi uomini, chiediamo giustizia e verità per tutti loro». E ha concluso: «zio Placido riposa in pace, ora tocca a noi vincere».
«C'è sempre bisogno della presenza dello Stato e non abbiamo mai pensato, neanche per un momento, che la mafia fosse finita. Finirà, ma non è ancora finita». Così, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo dalla Chiesa madre di Corleone (Palermo) ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se c'è sempre bisogno di più attenzione nella lotta contro criminalità e terrorismo.
Alla fine della cerimonia, il capo dello stato si è recato a Portella della Ginestra per ricordare i lavoratori vittime della strage del 1 maggio 1947.
Durante l’omelia, l'Arcivescovo di Monreale, Monsignor Salvatore Di Cristina, non ha mai pronunciato la parola Mafia. A sottolinearlo è il segretario nazionale del PSI, Riccardo Nencini.
“È stata la mafia ad uccidere Placido Rizzotto. Non dicendolo, lo uccideremo due volte». A dirlo è Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, presente a Corleone ai funerali di Stato di Placido Rizzotto, commentando le parole dell'Arcivescovo di Monreale, Monsignor Salvatore Di Cristina che ha celebra le esequie del sindacalista socialista di cui sono stati ritrovati i resti. Nencini ha osservato che «Monsignor Di Cristina, durante le esequie, non ha mai citato la parola mafia. Rizzotto morì per la libertà e giustizia, sprezzando un clima mafioso di omertà, per difendere i più deboli. Restituiamogli l'onore e la dignità. Caro monsignore - conclude Nencini - lo ricordi ai suoi figli».
Le dichiarazioni di altre personalità presenti ai funerali:
Don Luigi Ciotti: «Placido Rizzotto ha continuato a parlare in questi anni, lo ha fatto attraverso il piccolo Giuseppe Letizia, unico testimone del delitto, attraverso il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, attraverso Pio La Torre». Lo ha detto don Luigi Ciotti, arrivando a Corleone per i funerali di Stato a Placido Rizzotto, sindacalista assassinato dalla mafia nel '48. «Siamo felici di essere qui oggi - aggiunge - Corleone è cambiata, ha reagito alla prepotenza della mafia».
Susanna Camusso (segretario nazionale CGIL): «I funerali di Stato di Placido Rizzotto rappresentano una nuova stagione. Oggi chiederemo che si faccia giustizia, anche se molti protagonisti sono morti vogliamo che si riaprano i processi per i tanti sindacalisti assassinati dalla mafia». Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, arrivando a Corleone per i funerali di Stato di Placido Rizzotto, il sindacalista della Cgil ucciso nel '48 e il cui cadavere fu gettato nella fossa comune di Roccabusambra.
Ai funerali erano presenti anche il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, L’ex segretario del PD, Walter Veltroni, il nuovo sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Al termine dei funerali di Rizzotto, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è recato a Portella della Ginestra, località di Piana degli Albanesi (Palermo) dove il primo maggio del 1947, la mafia sparò su una manifestazione di contadini, facendo 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. Per rendere omaggio alle vittime della strage, Napolitano ha ricordato come la «violenza stragista ha colpito gli obiettivi più alti. È giusto - ha concluso Napolitano - ritornare a Portella, questo è il punto di partenza, lo è anche la terra di Corleone e di Placido Rizzotto».
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