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lunedì 28 maggio 2012

STRAGE DI BRESCIA. DOPO 38 ANNI E' ORA DI APRIRE GLI ARCHIVI DI STATO


Sulla strage di piazza della Loggia a Brescia, dove esattamente 38 anni fa rimasero uccise otto persone e un centinaio rimasero ferite, vanno dette a voce alta alcune verità secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: cioè che si è trattato di un'azione criminale «di estrema destra neofascista» e che la ricerca della verità fu ostacolata «da una parte degli apparati dello Stato». Sono parole pesanti quelle che il Capo dello Stato ha inviato nel suo messaggio al sindaco della città, Adriano Paroli. Ancora più forti ricordando che l'ultima sentenza di assoluzione per tutti gli imputati, nel processo d'appello, risale allo scorso 14 aprile. «Comprendo e condivido la profonda amarezza di tutta la comunità bresciana e in primo luogo dei famigliari delle vittime, lasciati ancora una volta senza il conforto di un accertamento e di una sanzione di colpevolezza per i responsabili di quella tragedia ispirata da ciechi disegni terroristici ed eversivi» ha scritto Napolitano aggiungendo che «il corso della giustizia deve, pur nei limiti in cui è rimasto possibile, continuare con ogni scrupolo e che, nel contempo va però fin da ora messo in luce quanto è emerso, dalle carte processuali e dalle inchieste parlamentari, sulla matrice di estrema destra neofascista di quell'azione criminale e sugli ostacoli che una parte degli apparati dello Stato frappose alla ricerca della verità». Per questo il presidente dell'associazione famigliari delle vittime Manlio Milani è tornato a chiedere l'apertura degli archivi.


E lo ha fatto anche dal palco di piazza Loggia la segretaria della Cgil Susanna Camusso. «Cinque anni fa si è deciso di togliere il segreto di Stato. Perchè dal 2007 ad oggi non sono ancora stati aperti gli archivi di Stato, perchè non ci sono i decreti che ci permettano di capire cosa c'è nella storia dei servizi segreti e dei servizi deviati?» ha detto fra gli applausi della gente presente, mentre dall'altro lato della piazza si consumavano momenti di tensione fra le forze dell'ordine e il corteo del collettivo studentesco che voleva entrare in piazza anche se gli accordi erano per l'ingresso in un momento successivo, con un bollettino finale di almeno quattro contusi fra le forze dell' ordine e 11 manifestanti denunciati. Questo ha fatto passare in secondo piano i messaggi del presidente della Camera Gianfranco Fini e del Senato Renato Schifani, l'intervento dal palco di Martina Carpani, la presidente della consulta degli studenti di Brindisi, dove è scoppiata una bomba nove giorni fa, e l'inaugurazione del percorso della Memoria di Brescia, composto da 495 formelle ciascuna con il nome di una vittima delle stragi terroristiche. All'appuntamento ha partecipato anche il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, che poi ha avuto un incontro con gli studenti rispondendo alle loro domande, anche sugli scontri in piazza. «Se c'è stata una limitazione - ha detto Cancellieri agli studenti - è stata per permettere anche agli altri di esprimere la loro opinione: la libertà di uno finisce quando tocca la libertà dell'altro». Il ministro, che è stata anche prefetto di Brescia, ha parlato delle stragi, ammettendo che «sicuramente il Paese ha avuto momenti di collusione» ma ora «i servizi segreti si sono rinnovati». E ha voluto rassicurare che non stanno tornando gli anni della tensione. «C'è stata una lunga scia di sangue che siamo convinti sia finita. Dobbiamo lottare - ha concluso - perchè sia finita». (ANSA).

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