Lacrime
e applausi. Tutti per Pasquale “Lino” Romano, vittima innocente della guerra tra
clan a Napoli, ucciso lunedì sera sotto casa della fidanzata a Marianella, un
popoloso quartiere alla periferia nord di Napoli. Migliaia di persone hanno
voluto tributare l’ultimo saluto per i funerali celebrati nel pomeriggio nella
chiesa di San Biagio, in piazza Garibaldi a Cardito, il paese di origine di
Lino. In serata a casa dei genitori del ragazzo ucciso è arrivato anche il
Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri per un colloquio privato. La
giornata era cominciata con le bandiere a mezz’asta per il lutto cittadino ai
balconi dei municipi di Napoli e Cardito. Alle 15,30 i funerali in una chiesa
gremitissima, durante i quali le saracinesche dei negozi sono state abbassate.
Il feretro con la salma di Lino era posto ai piedi dell’altare maggiore. Sopra
la bara, un fascio di fiori bianchi, una sciarpa e una maglia del Napoli, con il suo nome. Nei
primi banchi oltre i familiari e gli amici più stretti, i rappresentanti delle
istituzioni. L’assessore Pasquale
Sommese per la Regione Campania, l'assessore Antonio Crimaldi per la Provincia
di Napoli, il Sindaco, Luigi De
Magistris a rappresentare il Comune di Napoli. Presenti anche il prefetto Andrea
De Martino, il questore Luigi Merolla, i vertici provinciali dei Carabinieri e
della Guardia di finanza.
All'esterno
della chiesa gli amici di Lino hanno affisso alcuni striscioni: «Non si può
morire senza colpe», «14 colpi non uccidono, uccide il silenzio. Vinciamo
l'omertà per il nostro futuro», «Ennesima vittima innocente di una guerra tra
‘perdenti’, ora basta». Gli amici di Piazza Garibaldi, quella che frequentava
Lino, ne hanno srotolato uno ancora più diretto: «Giustizia». E da Marianella ne
è arrivato uno lunghissimo, con la
scritta: “Marianella si stringe al vostro dolore. Ciao Lino.” La funzione è
stata celebrata dal vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo in una chiesa che non è riuscita a contenere l’enorme
folla accorsa per dare l’ultimo saluto a Lino. Il piazzale esterno era
altrettanto pieno. Don Maurizio Patriciello, il parroco “della Terra dei
fuochi”,' guida la recita del Rosario in un'atmosfera di forte commozione. Il
parroco, don Nicola Mazzella ricorda bene Pasquale. «Era un ragazzo semplice, di
una famiglia praticante». «Aveva vinto quella che qui è una grande scommessa». A
gennaio sarebbe stato assunto, e voleva sposarsi». Invece a Marianella,
periferia nord di Napoli, dove vive la fidanzata, si è trovato di fronte a dei
sicari, probabilmente imbottiti di cocaina, che lo hanno scambiato per un altro
e lo hanno crivellato con 14 colpi di pistola. Forse un «pusher» responsabile di
uno sgarro.»
«Ho
letto di qualcuno che ha usato espressioni come 'innocente che si è trovato al
posto sbagliato nel momento sbagliato’. Ma non esistono posti o momenti
sbagliati per chi ama la vita». - ha detto durante l'omelia il Vescovo di
Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, che concelebra insieme ad otto i sacerdoti -
È sbagliato solo il luogo ed il momento
di chi la vita la calpesta». Il vescovo ha parlato alla comunità «ferita e in
cerca di speranza. Espressioni di questo tipo sembrano dire che alcune cose sono
inevitabili, ma non può essere così. Non possiamo essere cosi fatalisti. Chi
calpesta la vita degli altri porterà questo marchio su di sé pe sempre, come
Caino. In ciascuno di noi è presente il peccato di Caino e l'innocenza di Abele,
la tentazione di salvare se stessi oppure la consapevolezza di poter essere con
Dio nella fedeltà a ciò che è giusto». «Il dolore che la nostra comunità oggi
vive - ha aggiunto - ci farà sentire più forti e più uniti. La nostra preghiera
è per Pasquale, per tutto quello che ha amato e per le persone che lo hanno
amato più di ogni altra cosa. Siamo partecipi del suo desiderio di vita e lo
faremo nostro. Daremo vita nuova a questa nostra terra». La grande commozione si scioglie nelle lacrime
di giovani e vecchi, quando a fine cerimonia Antonella, cugina di Pasquale
Romano, legge un breve ricordo degli anni di gioventù. La saluta un lungo
applauso ed un altro applauso accoglie la bara che esce sul sagrato, mentre
tanti giovani si abbracciano tra loro piangendo. La bara di Lino, portata a
spalla dagli amici sul sagrato della chiesa, viene consegnata all’auto che la
porterà verso il cimitero. Con la bara viaggiano anche la sua maglietta del
Napoli, la sciarpa del “Napoli club” e un pallone di cuoio azzurro, con la
scritta: “Sono…napoletano”. Un lungo applauso ha salutato Lino per il suo ultimo
viaggio verso il cimitero.
Il
sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intanto ha lanciato un appello agli
autori dell’omicidio di Pasquale Romano. «Gli assassini si devono subito
consegnare alla giustizia. Chi ha visto parli, perché avrà il sostegno mio, di
tutti i cittadini e delle forze dell'ordine». Per il sindaco di Napoli serve
«l'impegno di tutti» e questo, sottolinea, è anche il messaggio di Rosanna, la
fidanzata di Pasquale che de Magistris ha incontrato all'indomani dell'omicidio.
«Bisogna impegnarci ogni giorno - ha dichiarato - non solo nel momento del
dolore e della rabbia. Serve un'azione non solo in termini di sicurezza ma anche
nel sociale, nella cultura. C'è bisogno che il governo capisca che Napoli è una
priorità».
Un
appello ai cittadini affinché aiutino le forze dell'ordine e la magistratura
nella lotta alla criminalità organizzata e per la cattura degli assassini di
Pasquale Romano è stato lanciato anche dal prefetto di Napoli Andrea De Martino.
«Siamo in attesa di aiuti, della collaborazione dei cittadini a cui non
chiediamo gesti eroici, ma gesti semplici a cominciare dalla cessazione di ogni
contatto con le attività che foraggiano la criminalità per tagliare ogni flusso
alla camorra - ha detto il prefetto ieri mattina a margine di una cerimonia
davanti al Palazzo di Giustizia - «In questo Paese e in questa città - ha
concluso De Martino - abbiamo molto bisogno di giustizia».
In
serata l’arrivo del Ministro dell’Interno a casa dei familiari di Pasquale
Romano a Cardito. Il colloquio è durato circa mezz'ora. All'incontro,
avvenuto poco prima delle 19, era presente solo il ministro e non sono state
ammesse altre persone. La Cancellieri ha lasciato l'abitazione senza fare
commenti e senza incontrare i giornalisti. In serata, però, ai microfoni di Sky,
ha rimarcato che l'assassinio di Pasquale Romano «non ha alcuna giustificazione
e credo che nessuno potrà farsene una ragione. Il dolore della mamma - ha continuato - non lo colmerà nessuno, ma
io cercherò di impegnare più uomini delle forze dell'ordine sul territorio
perché questi fatti non debbano ripetersi e, soprattutto, perché i colpevoli
vengano assicurati alla giustizia».
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