Michele Docimo e don Luigi Ciotti |
“Ci serve il latte degli allevatori di questa terra per fare una buona mozzarella di bufala”. E' l’appello che don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha fatto a Castel Volturno il 14 luglioscorso, incontrando allevatori e coltivatori presso la Cooperativa “Le terre di Don Peppe. Nella sala multimediale del caseificio sorto sugli ex beni di Michele Zaza, in via del Cigno a Castel Volturno, ad ascoltare don Ciotti, venuto a “benedire” l’avvio del caseificio che porta il nome di Don Peppe Diana, c’era la folla delle grandi occasioni. La cooperativa, che è gestita da giovani del posto, ha scelto di passare attraverso l’agricoltura biologica in un territorio che ha bisogno di riscattarsi dopo trent’anni di dittatura della camorra. A sostegno dell’iniziativa di Libera anche i sindaci di Pignataro e Castel Volturno, insieme all’assessore provinciale all’agricoltura, Ettore Corvino, al presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone. “E’ una grande opportunità per questo territorio – ha sottolineato don Ciotti – che deve mostrare la capacità di riscattarsi nel nome di don Peppe Diana, che non ebbe paura a denunciare la camorra.” Il presidente di Libera ha voluto poi testimoniare la sua vicinanza alla cooperativa Eureka a cui nelle settimane scorse è stato danneggiato l’impianto idrico in un pescheto di un ex camorrista e ha chiesto ai sindaci di Castel Volturno e di Trentola Ducenta di non revocare la concessione dei beni confiscati al centro Jerry Masslo e alla compagnia dei Felicioni, “perché quella contro la camorra è una battaglia che dobbiamo fare tutti insieme”.
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