La Mehari, l'auto di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985, è stata donata alla città di Napoli. Ora sarà "esposta" al centro del monumento che sorgerà nella rotonda di via Caldieri a Napoli. L'area rappresenta anche un simbolo: sorge, infatti, al Vomero nel quartiere collinare che ha visto tre morti innocenti della camorra. L'auto nella quale fu trovato morto il giornalista de Il Mattino, fu venduta all'asta dopo la sua morte. Finì in Sicilia e ritrovata per cosa, venne utilizzata da Marco Risi nel film "Fortapasc". Oggi è stata portata nel luogo dove sorgerà il monumento e con il sindaco, Luigi de Magistris, il presidente della Municipalità, Mario Coppeto anche il fratello di Siani, Paolo e il marito di Silvia Ruotolo, altra vittima innocente della camorra. L'area si chiamerà «rotonda della legalità», e sarà un luogo simbolo per ricordare anche Silvia Ruotolo e Salvatore Buglione, il dipendente comunale ucciso davanti all'edicola della moglie, proprio al Vomero. La cooperativa 'Parco dei fiorì che, nella zona, sta costruendo alcuni parcheggi di pertinenza, ha realizzato la rotonda. «È un bel giorno perchè questa è una iniziativa fortemente voluta dalla comunità e, soprattutto, rappresenta un simbolo importante - ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris - in questo modo si tiene viva la memoria di chi è stato ucciso da un male che dobbiamo e possiamo sconfiggere, la camorra». Paolo Siani ha sottolineato che vedere l'auto nella quale fu trovato morto Giancarlo, «è una sofferenza, ma la speranza che questi simboli siano da stimolo e speranza per il futuro, trasforma tutto in positivo».
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