Alex Zanotelli, Augusto Di Meo,
Federico Cafiero De Raho ed Emilio Diana |
“Il riscatto di queste terre ci sarà”.Federico Cafiero
De Raho, procuratore aggiunto della DDA di Napoli, lo dice convinto durante la
cerimonia di premiazione del premio nazionale “Don Peppe Diana” ad Aversa,
presso la Fattoria Sociale
"Fuori di Zucca, nel vecchio Opg "Santa Maria Maddalena ", nell'ambito del
"Meeting della Solidarietà" promosso da Asso. Vo. Ce. Cafiero de
Raho, intervistato da Aldo Balestra, ha raccontato di quella mattina del 19
marzo del 1994, quando fu ucciso a Casal di Principe don Giuseppe Diana: “Mi
recai in chiesa dov’era il corpo senza vita di don Diana. Ricordo che trovai una
piazza deserta e c’erano solo le forze dell’ordine. Le finestre sbarrate e un
silenzio irreale. Ebbi l’impressione di trovarmi in quei paesini siciliani dopo
un delitto di mafia. Tutti chiusi in casa senza fiatare dopo il delitto di un
sacerdote. Cosa mai accaduta da queste parti”. Ma un testimone si fece avanti:
Augusto di Meo, fotografo, amico di don Diana e che ieri è stato anche lui
premiato per il coraggio di dire la verità in quel contesto così difficile:
“Dovetti andare via da Casal di Principe – ricorda Di Meo con le lacrime agli
occhi - Per quattro lunghi anni dovetti nascondermi in Umbria. Con
me tutta la mia famiglia, i figli piccoli, il lavoro che non avevo più. Allora
non c’era una legge che proteggeva i testimoni di giustizia. Cercavo di non far
pesare sulla mia famiglia la mia scelta, ma era impossibile. I miei bambini, pur
piccoli, avevano capito tutto e mi venivano a riferire di tutte le auto che
vedevano presso la nostra abitazione con una targa di Caserta”. Nonostante ciò,
Augusto di Meo non ebbe alcuna esitazione ad indicare in Giuseppe Quadrano, uno
dei più feroci killer del clan De Falco- Caterino, l’assassino di don Diana.
“Questo sistema ci ha ridotti ognuno a pensare a se stessi - ha
detto il comboniano Alex Zanotelli terzo assegnatario del premio don Diana -
Abbiamo sbagliato strada. Ora dobbiamo prenderne un’altra”. Il
premio, una vela con il volto di don Diana opera dell’artista Giusto Baldascino,
è stato consegnato da Emilio Diana, fratello di don Peppe e da Valerio Taglione,
coordinatore di Libera Caserta e del Comitato che porta il nome del sacerdote
ucciso.
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