Fu ucciso a Parete dal
figlio del boss Francesco Bidognetti, Raffaele, il 31 ottobre del 1993 nel suo
studio medico, perché ritenuto colpevole di non aver guarito la mamma da un
tumore. A Gennaro Falco, 67 anni, un
professionista molto stimato, è stato intitolato stamane il poliambulatorio
della cittadina aversana, alla presenza dei familiari. Una storia singolare
quella del medico condotto di Parete il cui omicidio, per ben dodici anni,
è stato ritenuto opera di qualche
balordo che aveva tentato una rapina nello studio medico. Fu ammazzato con un
colpo alla fronte mentre prescriveva le medicine ad una sua assistita, ferita
di striscio alla spalla. Fu il figlio del medico, Salvatore Falco, che aveva lo
studio dentistico poco distante, a soccorrere il padre per primo. Gennaro Falco
fu trasportato in ospedale ad Aversa, ma vi giunse cadavere. La donna ferita,
invece, se la cavò con dieci giorni di guarigione.
Due le piste seguite dagli
inquirenti all’epoca per cercare di risalire agli autori del delitto: la
vendetta nei confronti del professionista che non avrebbe venduto parte dei 40
ettari di terreno di sua proprietà, quasi tutti edificabili, e l’altra, perché
si sarebbe rifiutato di prestare soccorso a qualche pregiudicato ferito. Non venne
esclusa nemmeno la vendetta trasversale.
Gennaro Falco era zio di Luigi Griffo, scomparso il 21 agosto 1993, insieme con
l'amante, moglie del boss Alberto Beneduce, ucciso anni prima in un agguato a
Baia Domizia. A raccontare i fatti come andarono sono stati dodici anni dopo alcuni
collaboratori di giustizia. Per questo il 7 giugno del 2005 fu arrestato
Raffaele Bidognetti in un maxiblitz dei carabinieri e della squadra mobile, disposto
dalla Procura antimafia di Napoli, in cui furono fermate 29 persone. I pm
Francesco Curcio, Raffaele Marino, Marco Del Gaudio e Lucio Di Pietro,
ricostruirono decine e decine di estorsioni compiute tra il 2000 e il 2004, tra
cui anche l’omicidio di Gennaro Falco.
Alla cerimonia di inaugurazione del
Poliambulatorio, oltre al sindaco di Parete, Raffaele Vitale, sono intervenuti
anche il direttore sanitario dell’Asl, Gaetano Danzi, Il direttore del presidio, Mariano Buniello, gli ex sindaci di Parete,
Luigi Di Marino, Pietro Ciardiello e Luigi Verrengia e tantissimi cittadini, tra cui anche i
familiari di Gennaro Falco: “Chi ha conosciuto mio padre - ha detto la figlia Maria - sa che era una
persona onesta. A chi non l’ha conosciuto voglio dire che dobbiamo continuare a
combattere e non dobbiamo permettere che la camorra ci distrugga come ha
distrutto la nostra famiglia”.
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