Ancora una strage. Ancora nel mese di agosto. Esattamente 37 anni fa, il 4 agosto 1974 una bomba scoppia sul treno Italicus nei pressi di Bologna, a San Benedetto val di Sambro, facendo 12 morti e 48 feriti. La bomba scoppia all’1,23, nella vettura n. 5, del treno espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero. Lo scoppio avvenne non lontano dalla galleria, dove dieci anni dopo ci sarebbe stato un altro attentato ad un treno: il rapido 904, partito da Napoli il 23 dicembre del 1984 e diretto a Milano. Se fosse scoppiata in quella galleria, la bomba avrebbe provocato centinaia di morti. Quella del treno Italicus è una delle stragi mai chiarite, compiute nell’ambito della cosiddetta “Strategia della tensione”, alimentata da apparati dello Stato che si servivano di gruppo neofascisti per seminare terrore e morte al fine di destabilizzare il paese. Dal caos sarebbe arrivata poi una richiesta di “legge e ordine” che di fatto avrebbe tenuto fuori dal governo del paese una forza politica di grande rappresentanza popolare come quella del Partito Comunista Italiano. Su quel treno era salito Aldo Moro, rapito ucciso pochi anni dopo dalle Brigate Rosse. Moro era uno dei politici democristiani che si apprestava a lanciare l’idea del “compromesso storico”. Ovvero un governo che comprendesse anche i Comunisti. Quella sera doveva raggiungere la famiglia in vacanza. Ma da quel treno scese all’ultimo momento perché richiamato da alcuni funzionari ministeriali per firmare documenti importanti. L’attentato venne rivendicato da un’organizzazione neofascista “Ordine Nero”. I colpevoli della strage non sono stati mai individuati. Ma i forti sospetti sui mandanti, sono stati messi nero su bianco dalla commissione Parlamentare sulla Loggia P2, quella di cui era venerabile maestro Licio Gelli. “… si può affermare che gli accertamenti compiuti dai giudici bolognesi – scriveva la commissione parlamentare sulla Loggia P2 - così come sono stati base per una sentenza assolutoria per non sufficientemente provate responsabilità personali degli imputati, costituiscono altresì base quanto mai solida, quando vengano integrati con ulteriori elementi in possesso della Commissione, per affermare: che la strage dell'Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell'Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale.”
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