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Paolo Bolognesi |
«Noi non abbiamo dubbi: entro fine anno faremo un nuovo esposto più dettagliato, per chiedere di andare avanti, e proseguire le indagini da dove sono arrivati i magistrati di Cassazione che hanno condannato Mambro, Fioravanti e Ciavardini. Ci sono gli esecutori, ci sono i depistatori: per noi quella è la strada giusta per arrivare ai mandanti». Paolo Bolognesi, per l'associazione tra i familiari e le vittime della Strage del 2 agosto a Bologna, commenta così la notizia dell'iscrizione di due terroristi tedeschi sul registro degli indagati. Una iscrizione che Bolognesi ammette essere arrivata inattesa anche perchè «tutte le notizie che dalla procura filtravano sulla stampa era che la 'cosiddettà pista palestinese fosse un buco nell'acqua, o qualcosa di simile». Il nuovo esposto cui allude il presidente è il seguito di quello presentato nei mesi scorsi dall'associazione ai pm di Bologna. Un'istanza in cui l'associazione chiedeva di indagare sui mandanti, partendo soprattutto dalle carte del processo di Brescia sulla strage di piazza della Loggia, ma anche da altri atti processuali. Carte da cui si evince, per Bolognesi, che Mambro e Fioravanti (che hanno sempre negato la responsabilità della strage, ndr) erano inseriti in un preciso contesto di terrorismo nero e non «spontaneisti». Un'istanza che suggerisce quindi un contesto ben diverso dalle conclusioni della 'pista palestinesè emersa dalle carte della Commissione Mitrokhin, e che invece resta nell'alveo tracciato dalla passate sentenze. Bolognesi ha ribadito comunque rispetto per le indagini e per gli inquirenti («non sta certo a noi giudicare o ostacolare il loro lavoro») prendendo anche in considerazione l'ipotesi che «ci possono essere motivi tecnici per cui, per compiere certi atti, è necessaria un'iscrizione sul registro egli indagati. Ma devo ancora parlarne con i nostri avvocati». Ma, ha concluso con forza «lo ripeto: negli anni tutte le piste 'internazionalì si sono rivelate delle bufale, messe tra i piedi dei giudici per confondere le acque».
FONTE: (ANSA).
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