Dopo 21 anni dalla sua uccisione per mano della mafia, si avvia il processo di canonizzazione per il giudice Rosario Livatino, "il giudice ragazzino". Domani alle 18 a Canicattì (Ag), nella la chiesa di San Domenico, l'arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, terrà la concelebrazione religiosa che comprenderà la sessione introduttiva della causa di canonizzazione di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. Le iniziative per commemorare Livatino e le altre vittime di mafia Antonio e Stefano Saetta, inserite nella «Settimana della legalità», inizieranno stasera alle 19.30 con la veglia di preghiera nella chiesa di San Domenico organizzata dall'Azione cattolica di Agrigento e dai movimenti giovanili. Domani alle 11, in contrada Gasena, lungo la statale 640, luogo in cui fu ucciso il magistrato, le autorità e i colleghi deporranno corone di fiori ai piedi della stele fatta erigere dai genitori del giudice. Giovedì si terrà il secondo appuntamento con gli studenti, al liceo classico «Ugo Foscolo».
Nel ventunesimo anniversario del suo assassinio i magistrati del distretto di Palermo ricordano, «con immutata emozione, Rosario Livatino. Giudice che, con il suo rigore professionale, l'umiltà e la riservatezza del suo agire, l'alto senso etico del suo ruolo, incarnò le doti più autentiche del magistrato autonomo ed indipendente». L'Anm in una nota scrive: «Il suo sacrificio continuerà a costituire preciso punto di riferimento del nostro impegno di magistrati. Con l'auspicio che anche chi, con pervicace ostinazione, si adopera per la delegittimazione della magistratura, colga finalmente, nel sacrificio di Rosario Livatino, il monito a non isolare pericolosamente i tanti 'giudici ragazzinì che ogni giorno, tra difficoltà e rischi sempre crescenti, lavorano in silenzio per l'affermazione della legalità in territori tuttora profondamente permeati dalla mafia e dalla mentalità mafiosa».
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