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domenica 4 settembre 2011

PAOLO SIANI: STRAORDINARIO RICORDO DI GIANCARLO DOPO 26 ANNI

 Per chi non l'ha ancora visto sarà l'occasione per conoscere meglio un giovane giornalista di 26 anni ucciso dalla camorra perchè con il suo lavoro dava fastidio ai capibastone che avevano il territorio sotto controllo. Già proiettato nei cinema e trasmesso da Sky, arriva lunedì sera su Rai 1: per il grande pubblico ecco la storia di Giancarlo Siani, in 'Fortapasc' di Marco Risi. Un appuntamento in prima serata che il fratello del giornalista, Paolo Siani, pediatra, presidente della Fondazione Polis, struttura promossa dalla Regione Campania per il sostegno alle vittime innocenti di criminalità e la riqualificazione dei beni confiscati ai clan, considera di straordinaria importanza. «È il più bel regalo che si potesse fare a Giancarlo. È davvero straordinario che dopo 26 anni la sua storia possa essere conosciuta davvero da tutti, che il suo ricordo, grazie a Risi in primis, possa essere mantenuto così vivo, da Milano a Siracusa». Un sito internet, www.giancarlosiani.it, tiene accesa la memoria: «i messaggi che arrivano - dice Paolo Siani - sono in gran parte di giovani. Quelli che hanno visto il film ne parlano per il messaggio positivo che viene trasmesso. E l'ulteriore significato che ne può scaturire dalla visione del film lunedì è un forte incoraggiamento al movimento per la legalità». Giancarlo Siani fu ucciso la sera del 23 settembre di 26 anni fa in piazza Leonardo, nel quartiere Vomero, ammazzato nella sua auto nel viale di casa da due killer che avevano aspettato che ritornasse dal Mattino, il giornale per il quale lavorava da un paio di mesi in redazione a Napoli dopo anni di corrispondente da Torre Annunziata. Proprio quella sua attività martellante, incessante, di raccolta di notizie e articoli sulla realtà torrese hanno provocato la reazione omicida dei clan. Al termine di una storia giudiziaria tortuosa, con piste che si sono rivelate infondate, la magistratura ha scritto la parola fine con le sentenze di condanna, confermate dalla Cassazione. L'omicidio fu compiuto da uomini dei clan Gionta di Torre Annunziata e Nuvoletta di Marano. Mandanti Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante, sicari Ciro Cappuccio e Armando Del Core. Causa scatenante del delitto un articolo, «l'atto di una condanna a morte» come c'è scritto sul sito di Giancarlo Siani, del 10 giugno del 1986 nel quale si rivelava che l'arresto del superboss Valentino Gionta era il frutto di una 'soffiatà alle forze dell'ordine da parte dei suoi alleati, i Nuvoletta. Quest'ultimi, per dimostrare ai Gionta la falsità dell'accusa, decisero il delitto. Ma, come ha sottolineato Armando D'Alterio, oggi procuratore dlela Repubblica di Campobasso, che nel 1994 riaprì le indagini sul caso, Siani fu ucciso anche per tutto quello che scriveva e avrebbe voluto scrivere, con la documentazione minuziosa delle malefatte dei clan e le collusioni con i colletti bianchi. Nei giorni scorsi il sindaco attuale di Torre Annunziata, Giosuè Starita, è stato al centro di una polemica proprio sul film 'Fortapasc'. «Qualcuno - spiega - ha sostenuto che io avrei voluto una censura. Non siamo certo tornati al Minculpop. Per me il film va benissimo, sono stato io che ne ho finanziato l'anteprima nella città. L'ho visto quattro volte e lo rivedrò lunedì. È un film, e come tale contiene anche annotazioni colorate in alcuni suoi aspetti. Ma, come ho scritto in una lettera alla Rai, avrei voluto che questo film fosse un'opportunità per parlare di Torre Annunziata, capire cosa è cambiato e cosa no in questi anni, chiedersi perchè il governo blocca i fondi che aveva stanziato per riqualificare il territorio. La lotta alla camorra è repressione ma è anche creare occasioni di sviluppo». «Quello che conta per noi è che con questo film - dice Paolo Siani - il ricordo venga mantenuto vivo e che altri possano conoscere il messaggio di mio fratello». Lui, Giancarlo, come ha raccontato a 'La Storia siamo noì Goffredo Buccini, oggi inviato del Corriere della Sera ma corrispondente del Mattino negli stessi anni in cui Siani lavorava da Torre Annunziata, «era un ragazzo multiforme, scafato, adulto, capace di stare fra gli adulti, ma aveva delle leggerezze, delle ingenuità che lo rendevano adorabile».

RAI1: LA STORIA DI GIANCARLO SIANI A SPECIALE TG1
 Il 5 settembre al termine di 'Fortapasc', il film di Marco Risi che racconta la cronaca della morte annunciata del giornalista napoletano Giancarlo Siani nell'avamposto armato della camorra, Speciale Tg1 dedicherà una puntata straordinaria ai protagonisti e alle storie di chi ha combattuto e combatte ancora oggi la propria lotta alla criminalità organizzata. In studio con Monica Maggioni Paolo Siani, fratello del giornalista assassinato, il regista del film Marco Risi e l'attore protagonista Libero De Rienzo. La storia di Giancarlo Siani, freddato il 26 settembre 1985 a soli 26 anni mentre rincasava, colpevole di aver avuto il coraggio di raccontare una città ostaggio della camorra e di una classe politica collusa con i clan, è lo spunto per l'approfondimento dello Speciale Tg1, il primo di una serie di appuntamenti che il Tg1 prevede di mettere in onda subito dopo il film del lunedì sera.


(Fonte: ANSA).

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