“Avevo chiesto di essere assunto in qualità di familiare di vittima innocente della criminalità, ma La Regione Campania mi ha chiuso la porta in faccia”. La denuncia è di Gennaro Del Prete, figlio di Federico, sindacalista dei commercianti ambulanti, ucciso dalla camorra a Casal di Principe, il 18 febbraio del 2002. Il giovane, 31 anni e una laurea in Scienze del Servizio Sociale, ha chiesto l’assunzione con una lettera inviata al settore “Reclutamento del personale” di via Santa Lucia, il 14 luglio scorso. Lo ha fatto riferendosi alla legge 497/98, che prevede per “le pubbliche amministrazioni l’obbligo delle assunzioni degli appartenenti alle categorie protette del terrorismo e della criminalità organizzata o loro congiunti, con precedenza assoluta rispetto alle altre categorie protette, anche per chiamata diretta”.
Nella lettera che il dirigente del servizio del settore reclutamento personale della Regione Campania, ha inviato a Gennaro del Prete l’11 agosto scorso, è scritto, tra l’altro: “…Le comunichiamo che, dall’ultimo prospetto informativo annuale del personale assunto ai sensi della legge n. 68/1999, risulta la totale copertura delle assunzioni obbligatorie. Siamo, pertanto, spiacenti non poter aderire a quanto richiesto e La invitiamo a visionare periodicamente il sito www.regione.campania.it” nella sezione dedicata al Bollettino Ufficiale della Regione Campania (BURC) per reperire, in tempo reale, informazioni in merito a eventuali procedure di assunzione disposte da questa amministrazione”.
Come molti ricorderanno, il papà di Gennaro, Federico del Prete, che aveva fondato un suo sindacato per tutelare i commercianti ambulanti, fu ammazzato alle sette di sera di una giornata fredda e piovosa, nella sede del suo sindacato in via Baracca a Casal di Principe, il giorno prima di una sua testimonianza in Tribunale dove si celebrava un processo per estorsione ai commercianti che frequentavano la fiera settimanale di Mondragone.
“Non è bastato un lungo braccio di ferro con il Ministero dell’Interno, per essere riconosciuti quali familiari di vittime della criminalità. Riconoscimento che è avvento solo il 24 gennaio del 2010 – spiega Gennaro del Prete - Ma ora questo ulteriore schiaffo da parte della burocrazia regionale, che non ha nemmeno la sensibilità di rivolgersi a chi ha perso un proprio caro per mano della camorra, in modo meno freddo e formale, mi delude fortemente, per non dire altro. Questo rifiuto l’ ho interpretato come un modo per togliermi dalle scatole. Eppure da un Ente che si mette sempre in prima fila nella difesa dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, mi aspettavo un atteggiamento diverso e, soprattutto, una risposta diversa. Le assunzioni di noi familiari di vittime innocenti, possono avvenire in forma diretta e al di fuori dei vincoli finanziari del patto di stabilità. Questo stabilisce la legge 407/98. Tra l’altro la regione Campania nella lettera di risposta fa riferimento ad una normativa ad un’altra normativa, ampiamente superata. Vuol dire che da ora in avanti cambierò anche il mio atteggiamento nei confronti della Regione Campania la Regione Campania. Da ora in poi non sarà gradita alle iniziative che saranno promosse per ricordare mio padre, morto per difendere la legalità”. Per la cronaca, in questi giorni è arrivata anche una seconda risposta negativa a Gennaro del Prete. Ed è quella del Ministero della Giustizia.
la mia nuova battaglia per difendere un mio diritto. continuerò a credere nella giustizia e nel vero stato, quello di diritto.. e che la morte. anzi l'uccisione di mio padre , non sia vanificata. ricordo a tutti che è morto anche per voi.
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