«Come non vedere che in padre Pino Puglisi, a diciotto anni dal suo barbaro assassinio per mano mafiosa, dolore e fecondità continuano ad 'intrecciarsi? È quella immagine evangelica da lui più volte ricordata: 'Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttò». È questo il ricordo del parroco di Brancaccio, tracciato dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, nell'omelia celebrata in Cattedrale. «Tre coordinate hanno caratterizzato il ministero di padre Pino - ha aggiunto l'arcivescovo Romeo -: educatore dei giovani, accompagnatore e formatore di coscienze, sacerdote in ascolto delle loro esigenze e dei loro interrogativi». «A Brancaccio trovò un tessuto ferito dalla mancanza - ha continuato - di un sereno contesto familiare per i giovani. I giovani avevano le spalle 'scopertè, erano esposti a figure di una 'paternita» falsa e meschina che faceva rima più con 'illegalita« che con 'dignità». «Puglisi entrò in questo tessuto - ha ricordato il cardinale Romeo -, e realizzò il 'Centro Padre Nostrò, ravvisando il bisogno del quartiere». Nel corso dell'omelia l'arcivescovo ha ricordato il legame di padre Puglisi con il territorio. «E questo a Godrano - ha precisato - come a Brancaccio, dove, in particolare, erano altri che cercavano il controllo del territorio». «Da Padre Pino Puglisi impariamo a lasciarci interpellare - ha concluso - per un futuro della nostra comunità diocesana che sia fecondo nella trasmissione della fede alle nuove generazioni».
Fonte ANSA
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