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lunedì 26 settembre 2011

MADDALENA ROSTAGNO: " CHIEDO LA VERITA' SUL DELITTO DI MIO PADRE"

E' stato presentato a 'Casa Natura', nel parco della Favorita di Palermo, il libro 'Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro Rostagno', scritto da Maddalena Rostagno e Andrea Gentile (edizioni Il Saggiatore). All'iniziativa, introdotta da Bice Agnello e organizzata in collaborazione con la libreria 'Modus Vivendi', erano presenti gli autori. Durante la manifestazione sono stati letti alcuni brani del volume ed eseguita una colonna sonora scelta dalla figlia del giornalista ucciso il 26 settembre di ventitre' anni fa. ''Nella nostra vita la musica e' sempre stata importante - spiega Maddalena Rostagno - non a caso il nome di Saman, (la comunita' di recupero dei tossicodipendenti fondata nel Trapanese) in sanscrito significa canzone''. ''La lotta alla mafia e' gioia di vivere'', sosteneva Rostagno, ''soprattutto per questo il sociologo venne ucciso - scrive Michele Serra nella prefazione del libro - perche' la mafia odia chi e' cosi sfacciatamente migliore di lei''. Il volume racconta con una ricostruzione minuziosa gli anni della militanza, le denunce, i depistaggi, fino all'infamante accusa di attribuire l'omicidio alla compagna Chicca Roveri, finita in carcere a san Vittore il 22 luglio del 1996. ''La pista mafiosa viene frettolosamente abbandonata per farlo apparire un 'delitto di corna''', ricorda la figlia. ''Perche' la gente dovrebbe ribellarsi alla mafia ?'' - chiede in un'intervista del 29 settembre 1988 il procuratore della Repubblica Antonino Coci - ''la mafia qui ha portato soldi, benessere, lavoro e tranquillita' ''.
Di colpo svaniscono le coraggiose denunce fatte da Mauro Rostagno dai microfoni dell'emittente trapanese Rtc sugli affari sommersi di una provincia che in quegli anni contera' 120 finanziarie, 150 istituti di credito e 89 sportelli bancari, con una percentuale superiore a tutta Italia. ''Per anni ho cercato di dimenticare, non ho letto le carte giudiziarie e ho chiuso gli occhi - racconta Maddalena - L'unica cosa che volevo non potevo riaverla''. Poi, pero', la voglia di verita' prevale, Maddalena incontra don Ciotti e il gruppo Abele. ''Di notte studiavo le carte giudiziarie. Come da giovani si imparano a memoria le poesie di Leopardi o Ungaretti, per me si aprivano citazioni ben piu' aspre; imparavo le parole pronunciate dai mafiosi, assorbivo il linguaggio giudiziario, freddo e respingente''. Per ottenere giustizia promuove insieme all'associazione 'Ciao Mauro' una raccolta di firme: in meno di un anno ne arrivano 10mila. A 23 anni dalla morte il processo viene aperto, Maddalena ricorda l'emozione alla vista della piazza di Trapani invasa da persone e associazioni che si sono costituite parte civile (9 richieste verranno accolte, 13 respinte).
Fonte: ANSA

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